Stando alle prime ricostruzioni, il bambino si sarebbe sottratto al controllo della madre e si sarebbe sporto. Accertamenti in corso.
Dramma a Napoli, dove un bambino di tre anni è morto dopo essere caduto dal terzo piano. Non è ancora chiaro se sia caduto da una finestra o da un balcone. Purtroppo per il piccolo non c’è stato nulla da fare. È morto sul colpo a causa delle gravissime ferite riportate nella caduta.
Poche ore dopo la tragedia, la svolta nelle indagini: gli uomini delle forze dell’ordine hanno fermato un 38enne con l’accusa di omicidio.
Napoli, morto bambino di 3 anni: è caduto dal terzo piano
L’incidente è avvenuto in via Foria. Il bambino si trovava nella sua abitazione quando, per motivi ancora in via di accertamento, è caduto dal balcone o dalla finestra dall’abitazione. Un volo dal terzo piano risultato fatale per il piccolo. Inutili i tentativi degli uomini del 118. Il piccolo è morto a causa delle gravi ferite riportate nell’impatto al suolo.
Le dinamiche della vicenda sono ancora al vaglio degli inquirenti che hanno avviato gli accertamenti per fare luce su quanto accaduto.
Le indagini
Sul caso sono stati avviati gli accertamenti di rito peri ricostruire la dinamica e le cause della tragedia. Il primo punto da capire è se il piccolo fosse da oppure no al momento della caduta. Il bambino potrebbe essersi arrampicato per gioco e potrebbe essere precipitato, ma questa è solo una delle tante ipotesi al vaglio degli inquirenti, al lavoro per fare luce sulla dinamica.
La Procura ha aperto un’inchiesta sulla morte del piccolo e ha disposto il sequestro del corpo del bambino per procedere con l’autopsia.
Nella giornata del 18 settembre, la Polizia ha fermato un uomo di 38 anni, indiziato dell’omicidio del bimbo.
Un uomo fermato per omicidio: si tratta del domestico
Il 18 settembre è arrivata la prima svolta nelle indagini. La Polizia ha eseguito un provvedimento di fermo nei confronti di un 38enne gravemente indiziato dell’omicidio del bambino di tre anni, che quindi potrebbe non essere caduto accidentalmente. Stando a quanto appreso, l’uomo fermato per l’omicidio del piccolo Samuele sarebbe il domestico. In un primo momento non era emersa la presenza dell’uomo in casa. Sembrava che il bimbo fosse in casa con la madre. Invece nel corso degli interrogatori avrebbe preso forma un quadro decisamente diverso della vicenda.
Nella giornata del 20 settembre il gip ha confermato il fermo del 38enne. Stando a quanto riferito dall’Ansa, in occasione dell’udienza di convalida il soggetto avrebbe reso parziali ammissioni.
“Ad un tratto l’ho preso in braccio e sono uscito fuori al balcone …. giunto all’esterno con il bambino tra le braccia mi sono sporto e ho lasciato cadere il piccolo. Ho immediatamente udito delle urla provenire dal basso e mi sono spaventato consapevole di essere la causa di quello che stava accadendo“, avrebbe dichiarato l’uomo come riferito da il Corriere della Sera.
Chi è il soggetto fermato per l’omicidio del bambino morto a Napoli
Il 38enne è una persona nota, un domestico affidabile e particolarmente richiesto soprattutto nella zona del Rione Sanità. Il padre era stato arrestato per presunti legami con il clan Giuliano e in carcere aveva iniziato la sua seconda vita. Da scultore. Da apprezzato scultore, per la precisione e per esattezza. Il bisnonno è addirittura il compositore della musica di ‘O surdato ‘nnammurato, considerato come un vero e proprio inno di Napoli.
Il giallo del video circolato sui social
Come riferito da il Corriere della Sera, gli accertamenti degli inquirenti riguardano anche un video diffuso su TikTok. Nel filmato in questione il bimbo, in dialetto napoletano, dice “io ti butto giù perché non vali niente“, o almeno questa è la traduzione. Da qui il dubbio: perché il bimbo pronuncia questa frase? L’ha sentita in strada? In un film? O da qualcuno che frequentava casa? L’ipotesi, ma si tratta solo di un’ipotesi non verificata, è che quella frase possa averla detta e ripetuta proprio il 38enne fermato per l’omicidio del bambino. Magari come una minaccia.
La famiglia del piccolo Samuele: “Ci fidavamo”
“I genitori di Samuele non vogliono vendetta nei confronti di Mariano Cannio, il domestico accusato di omicidio, ma vogliono la verità. Vogliono capire perché è successo“, ha fatto sapere il legale della famiglia del piccolo Samuele come riferito da il Corriere della Sera. “I rapporti tra la famiglia Gargiulo e Mariano Cannio erano di estrema normalità. Mi risulta che da anni lui si dedicava a lavori in casa Gargiulo e in molte altre case, anche di loro parenti. La mamma di Samuele, incinta di otto mesi, aveva bisogno di una mano. Cannio era una persona talmente riservata e tranquilla che mai la famiglia di Samuele avrebbe immaginato potesse essere capace di un gesto così atroce. Il piccolo non era affidato a lui, che doveva invece occuparsi solo delle pulizie“.
“I signori Gargiulo non avevano alcuna contezza della sua schizofrenia. Anzi, il senso di riservatezza e tranquillità che Mariano mostrava era un motivo in più per continuare ad affidargli le pulizie in presenza di una signora incinta e di un bimbo di quattro anni“, ha aggiunto il legale.
I funerali del piccolo Samuele
Centinaia di persone hanno preso parte ai funerali del piccolo Samuele. La funziona si è celebrata nella giornata del 22 settembre nella chiesa di Santa Maria degli Angeli alle Croci in via Veterinaria.